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Ho visto cose che voi umani….
Bambini di quattro anni vestiti da spiderman, con inquietanti pettorali di gommapiuma .
Damine color confetto, truccate da trans, antipatiche e odiose come solo le bambine di nove anni sanno essere.
Assortimento di cowboy con identico costume, che all’Auchan quelli sono, e le nonne che cuciono un originale costume di carnevale sono estinte dal Secondo Giurassico.
Pallottole di pelo colorato, indecifrabile, con faccini di neonato che spuntano con sguardo post-LSD, incastrati in passeggini che non fanno per niente pandant.
Mamme vestite da streghe. Anzi, mamme streghe vestite (come non bastasse) da streghe.
Papà disperati. In mezzo a nuvole coriandolacee e ricoperti di fili gommosi fosforescenti, cercando intorno un complice alla fuga, muovendo il labiale, chiedendo A I U T O. Loro volevano solo trombare, quella sera. E invece prima son arrivati i figli, i pannolini, no stasera ho mal di testa, e adesso l’apocalisse: il carnevale in piazza. Tutto per una trombata. Ma me lo taglio, io, me lo taglio.
Le nonne. Le nonne che trascinano i bambini in questi vortici di caos, per far vedere alla vicina del piano di sopra "quanto è bello vestito da pulcino il mio nipotino" (di quindici anni).
Le squadre di ragazzetti. Vestiti da punk, coi capelli gialli e chiazze di schiuma in tutto il corpo. E la giacchetta jeans con le scritte, fatte con l’uniposca venti minuti prima, questi ignavi, non possono nemmeno capire cos’era essere un paninaro autentico.
Le famiglie vestite da pagliaccio. E non commento oltre.
Un unico comune denominatore: tristezza. Tutti con un muso lungo, ma lungo, a comprare un sacchetto di coriandoli a venti euro, una bomboletta spray di stelle filanti a centoquindici, un palloncino a forma di Burt Simpson con regolare fideiussione e rate fino al duemilaventiquattro.
Io e il nano percorriamo, quasi indenni, la bolgia. Ci infiliamo in un bar, tramezzino e spritz. In un angolo, una famiglia. Sfinita. Distrutta. I tre figli, una Winx* e due gemelli cowboy, han finito le stelle filanti dello spray, e si menano direttamente con le bombolette in testa. I genitori sono incapaci di reagire, sguardo vacuo, nemmeno un tentativo di sedare la rissa.
Abbraccio mio figlio, con trasporto. Torniamo all’agenzia viaggi da dove eravamo appena usciti. Abbiamo deciso, tour archeologico e crociera sul Nilo. Per il villaggio vacanze con tante tante famiglie e tanti tanti bambini e tanta tanta animazione, non siamo ancora pronti. Non ce la possiamo fare.
*eppure anche nelle winx c’è una flauta….