Splinder mi ha mangiato il post di ieri. Indi, non mi sento molto generosa di idee stamane. Peraltro, ho un giramento di balle da presenza di exmarito nei dintorni, un taglio al mignolo destro grazie ad una pratica edilizia, e cazzo sabato ho un concerto e il mignolo mi serve!, ed un mal di testa feroce da giorni, assieme a un tot di preoccupazioni, pure lavorative. Ma queste son quisquiglie.
Oggi è il giorno della memoria.
Mia mamma è nata a Zara, in dalmazia. Per anni non ho ben compreso perchè diamine si offendesse a morte (lei come tutti gli altri con in comune la sua storia, e qui in veneto sono moltissimi) se la chiamavano "croata". A lei il demerito di non aver mai ritenuto di spiegare a noi figli cosa davvero era la sua storia; allo stato e a tutti gli altri lo sdegno di non aver mai letto una riga su alcun libro di storia, di ciò che son state le foibe, l’esodo giuliano-dalmato, e tutta una storia che, in fondo, m’appartiene.
E’ un discorso che v’annoia? …meglio che la flauta scriva di cazzatine, così si passa il tempo?
No. Leggete.
Una sera, guardando un normale programma in tv, nella fattispecie "Terra" di Toni Capuozzo (settimanale di approfondimento del TG5) ho scoperto la storia di mia madre, di mia nonna, del mucchio di parenti strani e permalosi con cognomi con desinenza ich. Giusto qualche anno fa, dico.
Ho scoperto perchè hanno abbandonato tutto, casa lavoro beni e memorie. Ho scoperto perchè mia madre, che ebrea non era, mi parlava di campi profughi, di campi di concentramento, di "foibe", crepacci naturali dove far sparire chiunque, per "pulire"; ho compreso perchè da piccola mi diede uno schiaffo inspiegabile, mentre cantavo soltanto "Bella ciao". Ho compreso perchè "sçiavi" sinifica, nel suo dialetto, slavi; ma anche scarafaggi. Ho compreso perchè di tante malinconie e altarini per casa, della sua dalmazia. Ho compreso perchè, suonando l’inno del suo "paese", si commuova esageratamente.
Ho scoperto perchè, dopo anni, pianga ancora un fratello, "disperso" in guerra. Anche quando non è affatto disperso, ma prelevato davanti ai suoi occhi di bambina, dai titini. E ucciso poche ore dopo, come tanti tanti altri. Ma non ha il coraggio, dopo sessant’anni, di accettarlo.
Copio incollo da qui:
Almeno diecimila persone, negli anni drammatici a cavallo del 1945, sono state torturate e uccise a Trieste e nell’Istria controllata dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito. E, in gran parte, vennero gettate (molte ancora vive) dentro le voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso, le "foibe".
A sessant’anni di distanza con queste pagine vogliamo far conoscere questa tragedia italiana a chi non ne ha mai sentito parlare, a chi sui libri di scuola non ha trovato il capitolo "foibe", a chi non ha mai avuto risposte alla domanda "cosa sono le foibe?".
Vogliamo ricordare, a chi già conosce la storia delle foibe, ai figli e ai nipoti di chi dalle terre d’Istria e di Dalmazia è dovuto fuggire, cacciato dalla furia slavo-comunista.
Vogliamo anche capire perchè, a guerra ormai finita, migliaia di persone hanno perso la vita per mano di partigiani comunisti e perchè, per sessant’anni, la storia d’Italia è stata parzialmente cancellata.
Pulizia etnica, pura e semplice. Obbligarono gli italiani, etnia "minore", ad abbandonare ogni cosa. E gli italiani d’Italia, al loro arrivo….li trattarono come "ricchi fascisti".
Preso da qui:
…..non può essere taciuto il comitato di accoglienza che queste popolazioni così ampiamente tribolate hanno ricevuto dai comunisti italiani al loro arrivo nella loro madre patria: insulti, fischi e sputi a Venezia e Bari quando le navi cariche di profughi attraccarono al porto; minacce di sciopero a Bologna per evitare che un treno di profughi avesse modo di rifocillarsi al posto di ristoro organizzato dalla Pontificia Opera di Assistenza; la costante azione di diffamazione operata nell’indicare al pubblico ludibrio come ricchi borghesi "fascisti" che fuggivano dalle "magnifiche sorti e progressive" del comunismo di Tito.
Occorre inoltre dire della costante azione di travisamento dei fatti, di misconoscimento dell’immane tragedia operata da parte di una intellighenzia di sinistra, lungamente predominante nella scena politica-culturale italiana, che bovinamente ha voluto interpretare l’esodo soltanto con gli occhi dell’ideologia e non con quelli di un popolo travagliato, con la conseguente liquidazione degli eventi giuliano-dalmati nei libri di storia con un semplice trafiletto limitato al solo "problema di Trieste", come se noi istriano-dalmati fossimo dei marziani.
Il misconoscimento e l’oblio storico è riuscito così bene che la stragrande maggioranza dei giovani italiani mentre sa quasi tutto sui ‘desaparecidos’ argentini e cileni, non sa quasi nulla dei fatti istriani e dalmati, e quando dico di essere nato in Istria mi sento rispondere: "Ah, allora sei slavo!".
Non mi frega una cippa del risvolto politico della cosa. Comunisti o fascisti, non mi tocca la cosa. Erano persone. Era la mia famiglia d’origine. E oggi, oggi voglio contribuire a dargli un po’ di quella dignità che gli è stata tolta.
Okay. Ora potete tornare a leggere bastardidentro.it, ho finito lo sfogo.
Buon weekend.