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Ho visto cose inaudite in quella palestra.

Parenti stanziati sulle tribune manco fosse un picnic di pasquetta, nonne parcheggiate li a vedere improbabili gesta dei nipoti, cineprese e macchine fotografiche di genitori frementi di vedere grandi eroi. Ma soprattutto…ho sentito cose ABERRANTI.

Non potete immaginare, se non ci siete passati, cosa diventi la categoria "genitore" in occasione delle gare sportive dei figli. Soprattutto quando sono paragonabili alle gare della salsiccia, o anche meno (moooolto meno). Che lo storico carcerier-manager della Comanenci era un cucciolo affettuoso in confronto.

Mi chiedo, dopo 17 anni da maestrina e dopo 6 da mamma, perchè diamine si debba sempre rovesciare le proprie frustrazioni di mancato atleta sui figli. Perchè non farsi una peretta al selz, come direbbe qualcuno, invece che addossare ai figli ansie da prestazione inutili se non malvagie. Che vincano, che perdano, chissene fotte: citando un padre che conosco "non si fa sport per vincere, ma per crescere".

Il Gabry ha perso. Ha fatto un Kata buttato li, poco preciso e certamente meno "karateistico" degli altri piccoli atleti. Il combattimento poi, sembrava una cavalletta…scappando di qua o di là senza mai attaccare. Insomma.. Punteggio basso sul primo, perso il secondo. Insomma, chissene. Si è divertito, era la prima gara, ed ha una medaglia (di partecipazione) che per lui vale tutto. Se mi penso alla mia prima gara…alla prima medaglia….azzo che gioia. Anch’io quella notte ho dormito con quella al collo.

E da più grande….ehm…avessi potuto dormire con la mia prima coccarda…eheh…

– (con i lacrimoni) mamma…ho perso……

– amo’ pazienza, però hai imparato un sacco di cose. Miglioreremo.

– ma io ho fatto tutto giusto, mi sono impegnato tanto…ecco…se non mi mettevi in castigo quella settimana…

– amo’, ti sbrano sai?? Sei stato a casa in castigo una settimana, e sai benissimo che ci torni se non finisci i compiti a scuola….non scaricar barili adesso…

– uffa. ma io avevo fatto bene (e giù lacrimoni…)

– eh, a quanto pare non del tutto. Insomma…qualche errore l’hai fatto, eri impreciso…e sul combattimento, eri sempre in difesa…ma poi, io non ne capisco nulla di karate….

Lo abbraccio forte. Stiamo un poco a guardare le gare, asciugo le lacrime, e ringrazio il cielo che suo papà non abbia trovato la palestra. Il papà campione di Karate, per cui o si vince o si vince.

E quindi, ci sta la seconda foto di oggi. Della serie, sto blog è sempre più mammesco…ma non vogliatemene. Adesso è l’unica cosa di cui valga parlare (e vivere).

21 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. Bravissima flauta si fa così. Io lo vedo ogni settimana, quando i ragazzi delle squadre di pallone dei piccoli giocano all’oratorio. Genitori che urlano si arrabbiano e imprecano come se loro figlio fosse Diego Armando Maradona con la piccola differenza che loro l’unica cosa che tirano è un pallone 😉
    Se continui così sicuramente tuo figlio imparerà i veri valori dello sport e della vita. GRANDE 🙂

  2. angel, ti dirò la verità. io sono una sporca vittima dell’agonismo. Ho un cavallo che corre troppo, che devo trattenere per non bruciarmelo. Ma la prima gara di endurance non ce l’ho fatta. L’ho lasciato andare, come un forsennato, persa nell’ansia di vittoria. E la mia bella coppa di cristallo sta li a ricordarmi che cogliona son stata…

    Gabry è molto diverso da me e da suo padre: nello sport è distratto, vuol ancora giocare. Si farà più avanti, o anche no. Forse è anche meglio così.

  3. uh, anch’io ne ho uno. ho passato una notte insonne con un però. Solo che durante la notte sotituivo i però con sospiri. Il però è arrivato al momento del caffè.

    Noi, donne schiave di uomini però.

  4. Non dovreste vedere le persone che rinunciano in quelle situazioni come dei bastardi, solo perché non vogliono approfittarne, ma anzi dovresti stimarli perché vi aiutano a conoscere meglio voi stesse e rispettarvi 🙂

  5. @angel, se un uomo mi manda in bianco io prima mi incazzo, poi mi deprimo (perchè penso di non essere abbastanza attraente) e me la lego al dito.Son donna, essere umano. Poi, che abbia avuto ragionissima è pacifico. Ma al mio orgoglio non interessa mica!!

    @anoni il castigo era, niente karatè finchè non finisci i compiti in classe (che poi la maestra gli dava per casa). castigo che ha funzionato, credimi.

    @#6, ho un fracasso di amici romani, che adoro.il mio amo’ ormai è una lode a quella città che sento sempre un po’ mia…..un giorno le racconterò di un primo maggio davanti a 700mila persone..

  6. mio figlio non avrà di questi problemi.. nella Nazionale. Lippi gli farà capire che l’importante è partecipare..

  7. Che viso luminoso! Quando parli di castighi mi vien da sorridere pensando che io li prometto ma poi faccio fatica ad applicarli, non so se perchè solo il prometterli è un buon deterrente..o se qualche volta ho il cuore tenero…:-) E sì che basta che dica alla principessa: hai qualcosa da obiettare?..:-)

    Concordo anche con il tuo post sullo stupro, è inaudito e molto amaro constatare il reflusso di pregiudizi imperante.

    Buon pomeriggio.

  8. sull’occhio destro, si vede appena, c’è una lacrimuccia ancora.

    Guardate bene.

    @cercac, bentrovata. Son severa, in effetti, ma (spero-credo) in giusta misura.

  9. è un bambino splendido!! Complimenti!!

    Riguardo al contorno faunistico rappresentato dal parentame…c’è un mio post sul saggio di danza delle mie figlie, di giugno scorso che somiglia tristemente a questo.

  10. Ah ecco, dicevo di non esser l’unica ad esserci passata….

    Sarà che ai miei dei miei successi sportivi (ieri come ora) non glien’è mai fregato una cippa. Forse per questo mi perplimo tanto.

  11. lo sport è e deve essere maestro di vita, deve far crescere e maturare i bambini, deve creare il “gruppo”, la “squadra”. I genitori urlanti sono degli esseri che non hanno capito poi molto sul perchè lo sport è SPORT…

    e come dice l’idolo degli ultimi: l’importante è partecipare.

  12. Il problema, in sta cosa e in tutto il resto, è che Gabry vede tutto come gioco. E nel gioco si impegna poco, attualmente. Quando maturerà un poco, con i suoi tempi, avrà voglia di impegnarsi di più anche nello sport, e avrà anche risultati migliori.

    Fino ad allora…che si diverta e ciccia.

  13. Tanto per citare un personaggio “immenso” dei Peanuts: “per diventare campionessa ci vuole una mamma di campionessa” (Piperita Patty). E la mamma in questione fa bene a lasciar giocare… che altrimenti lo sport diventa solo cronometri e tempi e stress e il karate solo tecnica e odio per l’avversario. No. Lo sport è altro, per fortuna qualcuno lo sa ancora. 😉

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