woman in chains

woman in chains

Il telefono in mano, in silenzio, e lui dall’altra parte, il caos del traffico in sottofondo, e nessuna parola. O mille parole, quelle che non potevano dirsi.

Silenzio, ma è pur sempre qualcosa, sei ancora dall’altra parte almeno, abbiamo un legame ancora, e domande per aria, e angoscia, quella che ti entra dentro, a far sanguinare i sogni distrutti. Domande a cui mai si darà risposta.

E lacrime, a scendere vigliacche, scalfendo la sua fiducia nel “tutto tornerà a posto, basta aspettare”. Ignorando che troppe cose si erano rotte, che la più grande ferita della sua stramaledetta anima non si sarebbe aggiustata mai.

Ma stai scherzando. Non puoi farlo. Hai smesso di amarmi?… hai smesso. Nemmeno fosse un interruttore che si gira, ieri ti amavo oggi no. E io? Non lo so. Intanto ritorna a casa, poi vediamo. (Non funziona così).

E mesi in cui ti laceri. In cui non capisci, ti dai colpe, ti fai del male, ti fai fare del male. Non ce la fai a rinunciare, ti pensi codarda a cedere, cedere è rimaner sconfitti, non vuoi mollare la cima a cui è legato il tuo mondo, mentre il mondo è già affondato.

Nessuno sa che è quello, quello il giorno in cui sei morta.  Quel cazzo di giorno che non te lo scordi, non passa, sta lì zitto e buono, ma poi torna, e ti ammazza di nuovo, e di nuovo, e ti uccide la voglia di ricominciare, di credere, di fidarti. Di amare di nuovo.

Ti odierò tutta la vita. Tutta la vita.

7 pensieri riguardo “woman in chains

  1. ..mi trasmetti sensazioni che mi fanno star male.. ..sarà l'umido ..saranno i ricordi.. ..sarà l'odio ancora forte..

  2. spero che quest’odio si stemperi nell’indifferenza. Fa meno male a chi la prova e decisamente di più a chi la riceve.

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