Eppoi.

Eppoi.

Eppoi ci son giorni in cui ti chiedi perchè cazzo non molli tutto.

Perchè non ti prendi un anno sabbatico, e pensi solo a quello che ti va di fare.

Perchè hai tante cose che non riesci a finire, e le fai male, e poco, e non c’è tempo, e perdi tempo, e consumi tempo, e sprechi inutilmente tempo. Tempo.

Io vorrei alzarmi domattina, e fottermene del mondo. Recuperare le ore di sonno perdute, alzarmi con calma, bere un caffè. Uscire a comprarmi il giornale, anche se non mi frega di leggerlo. Vorrei solo uscire, mentre il mondo bestemmia nel traffico, e con tutta calma entrare in edicola, trasparente nello stress cittadino, in solitudine anche in mezzo al mondo.

Tornerei a casa, e farei come gli anni del diploma: lo sgabello davanti al leggio, e via andare.
Dopo un paio d’ore, spremuta, cicca, guardare dalla finestra, e poi su di nuovo.
Niente orologio, si studia finchè reggi. Ci si perde nei particolari, si prova a fare cose al di fuori di, si ragiona, si investe. Ecco. Sebbene ogni tanto mi chieda se l’investimento dei mille anni di studio sia mai fruttato.
E così pensando solo a quello, a costruire. A fare quello che so fare meglio.

Ma, porca troia, ho un lavoro, un figlio, l’insegnamento, una casa, le bollette, l’avvocato, il gastroenterologo. Amici che non vedo mai, un cavallo che sta al pascolo da anni, bei film che non ho mai il tempo di vedere, bei dischi che non ho tempo di ascoltare, e pacchi di musica che non riesco a suonare.

E allora, vaffanculo. Mollo tutto.
Mollo tutto.

(tutto perchè non son nemmeno riuscita a fare la spesa)

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