il duello

il duello

Misero, era misero.
Nessun altro aggettivo, se non spregiativo, insultante, rabbioso.
Disprezzo che pulsava nella mente, mentre da lontano lo sentiva entrare nella stanza.
Nella mente il vuoto. Tutto aveva perso motivo d’interesse, c’era solo un obiettivo, eliminarlo. Per ciò che aveva fatto, detto, scritto, per ciò che rappresentava ai suoi occhi: l’arroganza del superiore.

S’era finto amico, per ferirli meglio: uno ad uno, li aveva sciolti dalle riserve, fino ad aprirgli la giacca ed offrire il petto alle coltellate. Senza sensi di colpa, sostenuto dalla frustrazione di non sentirsi all’altezza, di sentirsi inferiore agli altri piccoli soldatini. Soldatini da calpestare, perchè non obbedivano.

Lei era l’anarchica. Troppo presuntuosa per sopperire a comandi deboli, troppo sicura di se’ per farsi demolire dalle minacce. Nuotava nelle certezze della ragione, la sua coscienza linda e ciò che aveva costruito erano una corazza inscalfibile, una reputazione vergine di ogni colpa, inattaccabile.

Ora basta, si disse. Aprì il cassetto della scrivania, killer freddo e preciso, prese il telecomando e definì la vendetta. Medioevo, disse. L’epoca del sangue.

Salì in sella, nel tintinnio dei pezzi d’armatura.  Abbassò la visiera dell’elmo, pareggiando le redini e controllando di non frenarle in alcun modo. Lasche, le lascia lasche. Non dovrà aver tentazione di fermarsi…perchè di fronte lui la guarda, con la vacua convinzione che si fermerà. Alzò l’asta a fatica, si mise in posizione. Attese con calma il segnale, attorno un rumore ovattato di nulla.

Speroni, poche falcate, e lo sguardo che non si abbassa. Ne’ ora, ne’ mai. Il lungo braccio di legno appuntito coi suoi colori, vibra nella velocità del galoppo, teso, senza indugio. E ferisce. Trema di rimbalzo per il colpo contro il costato del suo nemico. Lo manda a terra. Un tonfo sordo nel terreno, una nuvola di polvere e sangue.

Alla fine del campo, recupera le redini, si ferma, si volta.

– Oh, taci che se n’è andato. Che odio, non lo reggo più. …oh, fla….fla!!

Chiude il cassetto, e prende la cucitrice. Mette punti nell’aria, arma pericolosa solo per qualche foglio bianco.
– L’epoca sbagliata, mannaggia.

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