nessun titolo

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La svegliò nella notte. Si volse dalla sua parte del letto, e cominciò a toccarla come fosse un computer da accendere. Controllò che almeno la parte che gli serviva fosse "sveglia", e senza troppa passione le saltò sopra.

Nemmeno un bacio, lei pensava, diamine, dammi almeno un bacio.

Non era violento, era solo distante. Faceva l’amore con lei come lo si fa con un cucchiaino intinto in uno yogurt, mentre si guarda la tv. S’era svegliato, lei era lì ed ha approfittato dell’occasione. Così, con l’abitudinarietà che lega una coppia dopo anni.

Il buio della loro camera nascondeva i loro bisogni, così diversi e incompatibili. Lei cercava fantasie erotiche nella mente, il personaggio del film visto poco prima, il collega del terzo piano, o l’amica del liceo che si cambiava in bagno. Ci provava. Sopra, un uomo di mezza età, la sua pancia che le collassava sull’addome ad ogni spinta, i respiri affannosi che un tempo eran gemiti irresistibili. Nulla del ragazzo aitante che s’era portata a casa quella volta, attento alla sua pelle, alle sue carezze, a riempirla di baci. Voleva accarezzarlo, ma la rabbia di sentirsi usare, benchè a diritto, le bloccava le mani.

Certo, neppure lei era la stessa. Ma per lui s’era vestita e truccata con cura anche quel giorno, aveva preparato ogni cosa, riordinato la casa per le sue necessità, preparato la cena come sempre, con l’affetto e l’attenzione che si dedica a qualcuno di davvero importante.

Pure lui, come no. Non le faceva mancare nulla. Anche il superfluo. Cercava di renderla felice, con tutto ciò che era acquistabile, ogni comodità a cancellare gli anni di sacrifici subiti. Diceva che doveva "vivere" adesso, finalmente. Era amore, a modo suo.

Giunto alla fine, le crollo addosso, sospirando. Contento. Rimaneva immobile, attendendo che lui si girasse. Svicolò dal letto, chiudendosi nel bagno, e aprendo l’acqua del lavandino incrociò la sua immagine nello specchio. Impietoso, come tutte le volte in cui si ha l’anima sporca.

Non si disse una parola, non creò alcun pensiero. Silenzio in quel letto, silenzio nella sua mente. Che son discorsi che non si devono fare, son ragionamenti già fatti e già sotterrati.

La mattina, dopo averlo salutato, imboccando il solito incrocio, si sarebbe scoperta incantata a guardare fisso il nulla. Non mi servono soldi, non mi serve il resto…. mi serve un bacio. Un bacio che mi dica che mi ami. Ho bisogno di te, non di una nuova vita. Ho bisogno di riuscire ad innamorarmi. Penso, credo, vorrei, non lo so. Che lui l’ha salutata, e manco ha capito perchè era così fredda. E manco ha capito che era, fredda.

E il clacson dietro a ributtarla nella ruota del giorno.

 

12 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. Tante donne, si…

    Spero con tutta me stessa anche qualche uomo…così che la nostra speranza non si perda nel suono di un clacson…

  2. Ho avuto bisogno di scriverlo. Se lo scrivo, dimentico. O perdono.

    E vado avanti.

    Far cazzate umanum est. Come m’avete scritto.

  3. è che in ognuno di noi c’è un guardiacaccia Mellors che segue i ritmi della natura e quindi, visto che siamo in primavera, tromba. di brutto. mentre attorno si fa l’alba e passeri e fringuelli cominciano a far cip cip.

    voi non ci capite, ecco.

  4. @mata, son sensazioni che forse gli uomini non provano. Bah. (grazie del bacio..)

    @search, non è la speranza, è la certezza. A badilate sui malleoli, se non lo capiscono.

    @caporale, ci sono modi e modi. Lei sa bene che non ho le nuvolette rosa in testa, ma di certo mi preoccupo di non “usare” un uomo solo perchè attrezzato di un giochino notturno simpatico.

    @caporale, mi correggo, un uomo che si ama non si usa così. Un altro, lo ammetto, lo si “usa” senza grandi scrupoli.

    @avv, non so lei ma io sto libro adesso lo odio. Che due palle.

    @voto, vita di coppia?? chi? Io?? Eheh… fossi matta…

    @blu, te lo auguro, ma succederà, vedrai.

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