Buona notte

Buona notte

Scivoló sotto le coperte, spazzolando i capelli e cercando di automatizzare il sonno. Dall’altra stanza i suoni accennati di un film a volume basso, l’alone di luce che cambia a scatti sulla parete del corridoio.

Vado a dormire, okay buona notte.

L’imbarazzo di andare a letto insieme, e voltarsi le spalle senza un abbraccio, senza provare ad aversi, o addirittura dover parlare, rispondere alle domande vere, fuori dai dialoghi di servizio, oh no, molto meglio rimaner sveglio ed attendere che lei dorma, innocua.

Lontani

Sarebbe bastato parlare, ma erano stanchi di farlo. Lui non trovava mai le parole giuste, lei comunque travisava investendolo di discorsi, e da una briciola scendeva una montagna. Non valeva la pena.

Dal salotto si spense la luce, rumori di interruttori e ciabatte stanche che venivano verso la stanza. Lei faceva finta di dormire, zitta, ferma. Avrebbe avuto bisogno di un abbraccio, ma il rancore era così forte che l’avrebbe trovata gelida ed infastidita.

Eccoli, uno voltato da un lato, una dall’altro. Un muro di abitudine e di malumore, di dimenticanze e scontatezza, vicini un istante ma guardandosi bene dal toccarsi, nemmeno per sbaglio.
Senza ricordarsi più il perché.

3 pensieri riguardo “Buona notte

  1. a volte basta allungare una mano… altre volte un calcione. E quante volte l’ho vissuta questa scena, e quante vorrei che non fosse accaduto.

  2. Non ha mai conosciuto questo tuo lato! Concisa, reale, ermetica. La scrittura come meglio la preferisco. Artista eccelentemente completa. Un bacio.

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