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mi sono roootttta il cazzzoooo!!!!
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In ogni città c’è la Grandiosa Opera Viaria, che sotto elezioni accellera i tempi. In Flautatown le Grandiose Opere fanno parte, per una briciola parte, della scrivania della sottoscritta. E tra le carte rispuntate fuori dalla polvere e catapultate in fretta e furia nel mio ufficio c’è pure quella che dovrebbe risolvere il solito difficile nodo viario, che in base a convenzioni varie la ditta Cicciopasticcio eseguirà a beneficio della cittadinanza.
Imprenditrice d’assalto, e persona di fiducia della ditta Cicciopasticcio è una quarantenne alta, mora, elegante ma non particolarmente attraente. E’ che la sua nomea di odiosa rompicoglioni c’è l’ha stampata in faccia. Sta antipatica a chiunque. Tecnici, amministrativi, usceri, altri utenti, a prescindere. E’ forse il modo, l’arroganza velata, la ruffianeria sarcastica con cui tratta chiunque.
Beh, io sono una ruotina piccina piccina del meccanismo. Ma ha scoperto che posso romperle le balle a livelli apocalittici, e bloccarle i lavori. Al che, con me ha mutato atteggiamenti. Mesi fa, quando le ho esternato, sfinita, in mezzo ad una discussione diplomatica ma litigiosissima, che proprio non la sopportavo, mi ha risposto con un sorriso da giuda: "..invece io la trovo davvero una persona simpatica".
Ecco. Mi ha dato una lezione grandiosa di come si può essere stronza. E’ inarrivabile, ed io ho iniziato a vederla in modo diverso, come….come…come un mito, da emulare.
– Anna? Ciao cara! Buona Pasqua!…. perdonami sai ma….
Reprimo uno spontaneo " e chi t’ha detto di darmi del tu adesso?" e cerco la sua pratica nell’altro ufficio, la porto sulla mia scrivania, la apro, il venerdì santo, la controllo e completo, firmo e spedisco. Il tutto in un’ora. Le mando il fax.
– …..pronto Anna? non so come ringraziarti, sei stata splendida…. grazie mille! Ci vediamo mercoledì allora, buona Pasqua!
O sono scema.
O è un sentimento pasquale.
O forse è il nome. Una che si chiama Manola forse è lesbica.
Avercene, di sti tempi.
…auguri….
Meteo:
SABATO 22, DOMENICA 23 di PASQUA e LUNEDI 24 PASQUETTA: Episodio invernale per la discesa di aria fredda dal circolo polare artico verso il Mediterraneo, e ivi formazione circolazione depressionaria. Tempo instabile e più freddo al nord.
Buona pasqua!….
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Okkkey, chiamo. Preparo la voce brrrrrrrrrrrbrbrbrbrbrrrrrrrrbrbrbrbrrrrrrrrrrrrrrrrrr (vocalizzo con la bbbrrr). Scelgo la tessitura…bassa, sisi. Bassa è suadente.
Baaaaaa…ehm, no, così è da trans. Mmmmm…salveH. Bon, questa va bene. Devo solo ricordarmi le H finali.
Faccio il numero, lo copio dalla mail che mi ha mandato. Ha sostituito parte del cognome con un numero. Nemmeno io arrivo a tanto. Se fosse il mio ginecologo mi preoccuperei, ma è un musicista, via. Okay.
Ostia, mi risponde una donna. Una donna?… ah no, è impegnato all’altro telefono (altro telefono? mah!), lo sento in sottofondo. Andiamo bene, cadenza romagnola. Bene, ce la posso fare, riprendo il tono suadente perduto (rimasto annichilito nel sentir rispondere la voce femminea).
– Salve! Sono Anna Flauta, …
– Ah ciao! quella che ha il bimbo piccolo, giusto?
Favoloso. Un curriculum spaventoso, una mail dettagliata coi miei successi discografici (?) e l’unica cosa che ha memorizzato è l’informazione "ho un pupo, quindi ho qualche problemuccio logistico".
Dice che ricorda il dettaglio perchè sensibile alla tematica.
In un nano secondo trasformo la voce "happy birthday mr president" in melodiosa ninna nanna materna, con tanto di enfasi da doppiaggio favole della Melevisione.
– …senti, facciamo così, ci vediamo martedì 18, così ne parliamo di persona, si?
Ecco, è oggi.
Mi sono preparata il discorsetto, ho le idee abbastanza chiare e le motivazioni decise.
E una gonna cortissima.
E in borsa, un grembiule infarinato da biscotti fatti in casa, che non si sa mai.
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Mi torna in mente il luogo comune sui no global, sui comunisti, delinquenti.
Leggo questo, via Cinas. E mi si gela il sangue.
Stamane si rifletteva con i colleghi, "ormai non guardo più la tv, son nauseato". Da Striscia, a Report, alle Jene, una scia di vergogne. Nei tg, invece, le uscite oscene di politici in campagna acquisti. Bestialità. Un cumulo di bestialità, tutte insieme. Le ovvietà, i principi base, i diritti di uomini e donne, e la loro dignità, calpestati.
E non ho voglia nemmeno di parlarne. Mi chiudo incapace nel mio microcosmo egoista, in cerca di rendere pulito almeno il mio, di giardino, e la mia, di coscienza. Temo di non esser mai stata così sconcertata del mondo in cui vivo, come ora.
Cuore di mamma
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Molla la cima.
La barca dondola un poco, mentre si mette a sedere. Prende i remi, li incrocia orizzontali, per poterli tenere alla stessa lunghezza. E li immerge, piano.
Lei è radiosa. Dentro sente il mondo che rotola, le priorità ingarbugliate, le strade che si biforcano, la sua stessa personalità che si sdoppia, quadrupla, moltiplica come ghiaccio che si scioglie in pioggia. Eppure è radiosa.
Il rumore del remo che si immerge piano, e spinge avanti la barca. Senza che nessuno abbia voglia di interrompere il rumore del silenzio. Che anche il silenzio ha rumore. Quello dei pensieri zitti, dei respiri trattenuti, dalle parole che non escono, che non servono, che sono inutili. Scampoli di conversazioni messe lì, in stand-by. Solo l’acqua di un lago immobile, che abbraccia la barca, la barca abbraccia i due ragazzi, i pensieri di lui che abbracciano quelli disordinati di lei.
…vuoi sposarmi?…Lei dice, si. Così. Senza pensare, spingendosi ad aver entusiasmo, perchè non è che non è contenta, è che è tutto così confuso, ma almeno con lui, con lui disegna una strada definita. E chi lo sa.
Un abbraccio, un bacio. Si, okay. Bellissimo.
Ma adesso, adesso? La barca torna a riva, ecco. E’ lui che rema, anche la sua vita, troppo stanca per prendere altre direzioni. Butta giù il muretto, appoggia la testa sulla sua spalla.
Il profumo dei suoi capelli, misto ai primi fiori di montagna, alla luce strana del primo tramonto di primavera, nel freddo di questo marzo. E nella disperazione dell’ignoto di fronte, si presero la mano, per un pezzo di vita insieme.
Per poi, un giorno, gettarsi via.
Ste boia di sette cose che volete sapere.
Che devo averle già scritte da qualche parte.
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Sono rissosa. Molto rissosa. Se posso litigare, litigo. Volendo, picchio. Ho beccato due progettisti sopra il cofano della MIA macchina a distendere planimetrie con bordino a spirale di ferro. Ho preso il crick e ho usato le loro vertebre come tastini di uno xilofono. Ci sono ancora le macchie di sangue qui fuori.
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Solitamente faccio più cose contemporaneamente. Clikko ogni cinque secondi l’invia-ricevi della posta, controllo i blog, i forum e i messaggi di testo. Per poi non rispondere e commentare, magari. Nel contempo lavoro, studio, ascolto la scaletta dei pezzi, faccio addominali, preparo la lista della spesa. Mentalmente cerco di approfittare per mettere su il caffè mentre mi strucco, caricare la lavatrice mentre aspetto che bolla l’acqua della pasta, fare autoerotismo sotto la doccia mentre aspetto i cinque minuti dell’impacco per i capelli. Ci vuole allenamento.
Però, per dire, per anni guardavo la tv, facevo la manicure e sesso con mio marito contemporaneamente. E il tutto in quarantacinque secondi netti, eh.
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Sono malata di sms. La media sono cinquanta al giorno. Concorro per la categoria bionde ai Campionati Mondiali di T9, senza mai aver peccato di abbreviazione in tutta la vita. Ho avuto relazioni via sms, esclusivamente. Sono capace di delineare un profilo psicologico di un interlocutore solo attraverso qualche messaggio. Come per la chat, anche l’sms ha le sue tecniche….io ho sedotto e abbandonato più volte, ma soprattutto sfanculato con crudeltà inaudita e insultato con gran classe o con gretta volgarità. Mi chiedo come sono arrivata ai 20 anni senza.
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Ritengo ancora che mio marito sia stato la mia ideale metà della mela: musicista, cavaliere, incoscente viaggiatore, dolce e romantico compagno di avventure . Però non leggeva le parole delle canzoni. Per questo non stiamo più insieme.
……………….Okay, anche per i 45 secondi netti.
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Passo fuori casa tutta la giornata, a volte torno molto dopo cena. Vivo con le chiavi della macchina, il telefono con attaccata la chiave USB, un portafogli colmo di tutto men che di denaro, un Ipod suddiviso in repertori, le chiavi dell’ufficio, il portatile e il flauto. Ogni tanto anche mio figlio. Ma solo se non mi bastano i due giga della chiave USB del telefono.
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Odio le donne. Gli uffici di donne, i gruppi di donne, le orchestre di donne. Lavorarci in team è un’apocalisse. Ed infatti: i miei colleghi a scuola sono uomini. I miei colleghi d’ufficio sono uomini. I miei gruppi sono costituiti da uomini.
Ho qualche amica donna. Ma solo quelle che mi fanno sesso. (sappiatelo).
- Adoro depistare. Amici, amanti, lettori. Perchè mentire è da dilettanti, sviare è molto più subdolo. Quindi tutto ciò che ho scritto potrebbe essere frutto di una mente bacata, e di un neurone intorpidito da dieci ore di pc. O anche la confessione dell’ultima Geisha dei tempi moderni. O solo puro mero e annoiato cazzeggio. Non alzate la mano perchè nun se vince (ed evince) nulla.
Passo la palla a qualcuno. Perchè se non li nomini nun te odiano. Allora…. mi par di non averli letti dal Caporale (e sarei curiosa quanti link al corriere troverebbe per ogni suo vizio..), la Leti e la Stefi (solo per l’assonanza, eh), e… dunque…. mata direi. Che di lei so poco niente. Se avete da ridire, prendetevela col bona.
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Odio le americanate.
Ma ringraziando il cielo, esiste una speranza.
Ecco il vero finale di Io Solo Leggenda, spettacolare film con Will Smith e i suoi addominali.