la risposta che non ho dato
La vita non è di destra o di sinistra. Sento continuamente una risposta, in loop, in testa. Quella che non son riuscita a dirti mai.
Il mondo che io vedo non è destra o sinistra. Non è buoni e cattivi. E’ ricchi, e poveri. E’ imprenditori, dirigenti, politici, da un lato. E dall’altro, precari, impiegati semplici, ragazzi che sognano, che si lamentano, che si inventano.
Lodo Dio che mi ha concesso di appartenere alla seconda razza. Perchè non sono annebbiata dalla superbia di sapere cosa è giusto, perchè non ho Sky a decidere delle mie giornate, perchè non so donare affetto solo facendo regali, ma dando tempo alle persone che amo.
Io ho il tempo. Io so fermarmi. Non ho nulla, e quindi non ho nulla da perdere.
Posso riempirmi la testa di sciocchezze, come la cultura, l’arte, la musica.
Essere generosa, senza poterlo defalcare dalle tasse.
Poter essere stanca, e soddisfatta, non perchè ho guadagnato denaro, ma perchè sono orgogliosa di cosa ho costruito, e donato, ai miei ragazzi. O solo perchè ho fatto bene le mie piccole rotelle dell’ingranaggio globale.
Miseri. Miseri quegli uomini che hanno ogni risposta, hanno giudizi, opinioni imposte agli altri coi toni scurrili di chi si crede superiore. Chi aggredisce, come un grosso pitbull che ringhia da dentro una buca ai passanti intorno, che nemmeno lo notano.
Ecco, mi hai detto che tu non sei un precario come me. Con stizza, con arroganza. Come sempre, con quel tono di superiorità che qualche soldo in tasca pensi ti legittimi.
Ecco, la risposta che non ho dato: anche tu sei precario. Nella mia vita. E non t’assumo manco morta.