nessun titolo

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Vorrei saper scrivere qualcosa che vi faccia male.

Che vi ferisca, che vi umili, che vi tolga ogni briciolo di dignità.

Vorrei togliere il velo ipocrita che contorna la vostra bella vita, togliervi le certezze su cui dormite ogni notte, buttarvi nella fossa di quelli che lottano per sopravvivere. Mettervi li, sulla sedia della cucina, a fissare la fuga delle mattonelle del pavimento, alla ricerca di soluzioni. Farvi sentire come i mortali, che non sanno se domattina avranno ancora un lavoro, se potranno portare i figli al mare, con la paura, costante, soffocante, continua, di scivolare giù senza poterne uscire, con troppo da spendere e nessuna forza più per farcela.

Ma con l’orgoglio, immenso, di non chiedere niente a nessuno.

In mezzo ad una strada, ma a testa alta, cazzo.

10 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. Flà cara, il senso di precarietà purtroppo ormai fa parte delle nostre vite. Hanno voluto così lì nelle alte sfere, perchè pare che il costo del lavoro sia troppo alto. Troppo alto ovviamente per chi non rinunzia al suo profitto che deve crescere a dismisura.

    Il discorso sarebbe troppo lungo per esaurirlo in un commento, purtroppo dobbiamo prendere atto che tra i ricchi e i “normali” il divario si sta allargando sempre più.

    Ma sappio che le persone normali ti capiscono… ognuno nel suo piccolo si sente vessato, senza via di scampo e con le stesse paure che hai tu.

  2. @spee, chi mi ruba, un pezzettino alla volta, la vita. Per godersela.

    @mata, pago più di quanto prendo. Pago col lavoro, pago con gli amici, gli allievi, gli amori. La vita mi tassa oltremisura.Mi fermo a pensare, che forse “debbo” qualcosa perchè, per un piccolo periodo, devo esser stata felice. Mi sembra.

    Adesso ho solo un sentimento: non voglio nessuno intorno, nessuno. E’ aberrante accorgersi di questo.

  3. @search..già. E’ che le cose arrivano in coincidenza.

    Magari domani mi riesce di dirlo, com’è andata. Oggi no.

    @sandy, si, giusto te!

  4. Ti lascio una citazione, cui pensavo oggi.

    “Essere nella merdaè diverso dall’essere in trappola. In un caso scivoli, nell’altro ci lasci le penne. Non è per niente la stessa cosa”.

    Personalmente scivolo. Ma, liberamente citando un altro libro, le spalle, quelle, le ho libere.

  5. Maffigurati. Tu non sei mai inopportuna. Vorrei anzi farti recapitare un abbraccio formato XXL.

    In trappola ci sono stata, e credimi, si esce anche da lì. Se non si preferisce rimanervi.

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