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Hai mai pensato che vivi una vita che non è la tua? Questa sensazione di prigionia, forse è per questo che la provi.

Prova a pensarci..qual’è stato il periodo della tua vita più felice? Perchè si, sei stata felice. Pensaci. Non era per un uomo, per un lavoro, per una stagione. Era solo perchè era quel momento, senza un motivo, se non l’incoscenza di volersi sentire liberi. Aprire le braccia, gridare, ridere senza coprirsi con la mano, vedere senza bende sugli occhi, amare senza sapere che tutto finisce.

Quella era si, autentica felicità. Inesperienza, immaturità, incoscenza. Nessun limite, se non il bordo. Nessuna rete sotto, tanto non cado. E la gioia era gioia, e il dolore straziava l’anima. Ci si innamorava dell’amore, totalmente, senza regole, fuori dal mondo intorno. E si odiava, da uccidere.

Che sia quella la vera vita, e non questa nostra recita, dell’essere grandi?

23 pensieri riguardo “nessun titolo

  1. ovvio, che quella sia la vera felicità. Difficile da raggiungere, impossibile da mantenere, appagante sfiorarla anche solo per un secondo, e poi tornare ad attendere nuovamente il momento in cui potrai assaporarla ancora.

  2. mah… io penso che alla fin fine uno le prigioni se le crea perche’ in fondo le vuole, non ci credo che gli capitino, non ci credo che fossero inevitabili…

    …e piu’ conosco gente prigioniera del proprio passato e piu’ me ne rendo conto.

    e che senso ha vivere una vita che non senti tua? terribbbile.

    …e che la felicita’ invece non sia proprio esperienza, maturita’, coscienza… prova a pensarci 😀

  3. @anoni, tesoro, e io che ho scritto?

    “Inesperienza, immaturità, incoscenza”. L’adolescenza, ecco.

    @green, forse per esser felici bisogna volerlo. Penso che molti di noi, troppo abituati a lamentarsi, non si sforzino nemmeno.

  4. La felicità, oggi, è nel vedere questo bellissimo restyling e la frase sotto il titolo del blog…

    …e poi, io conosco degli istanti di felicità pura, che sono brevi ma lasciano il fuoco.

    A me arrivano nei momenti più impensati.

    Per il resto, mi pare che ogni volta che raggiungo qualcosa, quel qualcosa perda un po’ di senso e di quel gusto che aveva quando era lontano.

    Forse sono banalità ma tant’è. Il risultato è che vivo sempre in cerca di qualcosa. Sapessi cos’è.

  5. …e, cara Flauta, mi piace quest’idea che per essere felici bisogna – anche – volerlo.

    Forse è un così anche per l’amore, bisogna volerlo, costruirlo, dedicarcisi.

    Io la penso così.

  6. Io son convinto che la felicità vera e propria non ce la regali proprio nessuno, viene solo da noi stessi…fidati…

    Captain’s Charisma

  7. @lord tesoro, più che restylin’ è un riciclaggio. SuperG sta lavorando per me per la nuova testata, intanto torno agli albori del vecchio template.

    Anch’io cerco qualcosa…le chiavi della macchina, ad esempio. Che stamattina son scappate dalla mia borsa, e si son fatte rincorrere per tutta casa, ste birbanti.

    Sull’amore, si, forse bisognerebbe dedicarvisi di più, però adesso io non ho tempo. Non sono più, purtroppo, dell’opinione che sia la cosa più importante della vita.

    @ capt., io nel mio piccolo sono molto felice. Sarà che lo sono in momenti anomali, sarà che non mi accontento di poco, e la gioia che provo dev’essere sempre, per forza,molto simile alla pazzia. Ed è meraviglioso assecondarla.

  8. Si leggerà pure da cani ma si legge comunque meglio del grigio su grigio del precedente template.

    E i miei occhi stanchi ringraziano ;PPP

    Ecco, l’ho detta!

    E a me piace molto questo. L’ho detta ancora.

  9. non posso rispondere.

    non rinnego il passato, ma non ricordo di essere stata felice da adolescente. o prima. o poco dopo.

  10. boh è controverso.

    Le cose per esser vere secondo me devono essere naturali, se le vogliamo (forse se le vogliamo troppo, non sono ancora sicuro) perdono di quella naturalezza indispensabile perché la felicità sia vera felicità.

    Cioè, mi parrebbe più felicità costruita, che felicità raggiunta.

  11. @lord, Prima era grigio su grigio? Ah.

    Beh, adesso è grigio su Sankio, lei infatti legge su foto autentica del mio flauto, sa? E su parti autentiche, dove ho sudato sangue e lacrime.

    @search, non te ne ricordi perchè sei talmente felice adesso che ti annebbia i ricordi. Io ad esempio ero incazzata col mondo, vestita di nero, siga tra le dita e gesti e parole esasperati dall’immagine da cattiva ragazza. Ma mai son stata sicura di me stessa come allora…

    E ho amato, diamine se ho amato!

    @green, la naturalezza forse rimane sotto una certa età. Quando passi i trenta la naturalezza è confusa dall’abitudinarietà dei gesti.

    A 16 anni non ci pensavo troppo sul dire “ti amo” nel momento stesso in cui lo provavo. Senza il senno di poi, che mi accompagna ora, e mi fa tacere, e dire, anche mentendo..

  12. Ci piacerebbe. Ma sarebbe troppo facile. e se c’è una cosa che almeno nel mio forzato agnosticismo, mi è chiara, è che Dio NON è misericordioso. e non fa favori.

    No free meals…

  13. @Ubi, io non sono agnostica, ne’ credo alla misericordia di Dio. Però ho fiducia incondizionata sul suo “sapercela lunga”. Qualsiasi cosa capiti, pure la più crudele e inspiegabile, ha un suo perchè. E sulle lunghe distanze lo si comprende.

    Ad esempio, la mia maglietta della Gibson (che tu sai) mi porta bene, benissimo. Anche se tutti mi pensano fan di Mel. Imbarazzante quanta ignoranza.

  14. ah ah ah flauta sei un mito

    ‘nnaggia la maglietta della mel che ti porta bene 🙂

    bacio

    (ammiraglio)

  15. Non inveire Flà. Vista la mia vita, potrei pure suicidarmi dopo aver letto un post come questo…

  16. #3 a me mi pare di aver scritto proprio il contrario di te… mi pare.

    forse ho lasciato nella tastiera un punto di domanda, ma il senso era opposto al tuo nelle mie intenzioni.

  17. @mata, perdinci, non farlo! E’ solo colpa dei 730, su, ce la puoi fare a superare anche quest’anno, via!

    @ammiraglio, grazie!

    @anoni, e allora abbiamo opinione diverse. Secondo me troppa “coscienza” delle cose, la maturità e la “vecchiaia” ci rendono troppo critici, e meno avvezzi ad abbandonarci all’imprudenza dell’esser felici.. senza sentirsi di “accontentarci” di quel che abbiamo.

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